Mobilitazione contro il Ddl Sicurezza in provincia di Belluno

Da gennaio 2025 abbiamo preso parte alla costituzione della rete provinciale contro il disegno di legge "Sicurezza". La rete ha organizzato una grande manifestazione a Belluno, "La vostra sicurezza si chiama paura", il 22 febbraio.

Ufficio stampa Sinistra Italiana Belluno-Avs

5/8/20242 min read

Intervento di SI Belluno alla manifestazione:

Buon pomeriggio a tutte e tutti,

Consentitemi di cominciare con un aneddoto personale. Il 26 settembre 2022, all’indomani delle ultime elezioni politiche, tra i vari messaggi ricevuti, ce n’era uno che mi ha colpito particolarmente. Un mio caro amico commentava l’esito delle urne dicendomi che, tutto sommato, non c’era da preoccuparsi: Fratelli d’Italia aveva preso il potere attraverso le elezioni e non con la Marcia su Roma; pertanto, saremmo stati al riparo da svolte autoritarie e dittature.

Ecco, se una persona mediamente colta è convinta che il 28 e 29 ottobre 1922 Mussolini abbia marciato su Roma e che già il 30 ottobre in Italia vi fosse un regime dittatoriale, è chiaro che esiste una difficoltà nel cogliere la complessità dei processi storici. E questa difficoltà si riflette nella lettura e nell’interpretazione del presente.

Il percorso di erosione dello Stato liberale da parte del fascismo non fu immediato: l’accelerazione verso la dittatura avvenne dopo la legge Acerbo e l’assassinio Matteotti. Tra il 1925 e il 1929 le leggi fascistissime completarono la torsione autoritaria, eliminando le opposizioni, abolendo sciopero e sindacati indipendenti, trasformando il Parlamento in un organo privo di potere legislativo

Perché ricordare tutto questo? Perché le dittature non nascono improvvisamente, ma si costruiscono nel tempo. Non si presentano in modo manifesto, ma si impongono con l’indifferenza della gente, con la narrazione che il potere fa di sé stesso, occupando i mezzi di comunicazione, fomentando la paura e presentandosi come il garante dell’ordine.

Il fascismo, come partito, sarà pur morto nel 1945, ma il fascismo è molto di più: è un modo di concepire il potere in maniera arrogante, sopprimendo alterità e dissenso; è la visione di uno Stato autoritario che regola la vita delle persone. Il fascismo è un fenomeno carsico, che attraversa la nostra società e, periodicamente, riaffiora. Per questo, non è un esercizio sterile ricordare come, nel nostro Paese, abbia preso la forma di una lunga dittatura. Per questo, dobbiamo imparare a riconoscerne i segnali di ritorno.

Oggi questi segnali sono evidenti. In due anni di governo, dopo il biglietto da visita del decreto rave, abbiamo visto studenti manganellati dalla polizia, esseri umani definiti carico residuale, ministri che agitano il mito della sostituzione etnica, mezzi di comunicazione occupati dagli amici del governo, la continua legiferazione per decreto che umilia il Parlamento, il quotidiano discredito gettato sui sindacati che scioperano. Abbiamo visto la costruzione di campi di detenzione in Albania. E tutto questo mentre i progetti di Premierato e Autonomia Differenziata rappresentano un attacco alla Costituzione, concepita proprio per evitare il ritorno di torsioni autoritarie.

In questo quadro, il disegno di legge 1660 è un tassello fondamentale del progetto di democratura di Giorgia Meloni: l’aumento di pene sproporzionate e arbitrarie criminalizza ogni forma di dissenso e trasforma chiunque protesti in un dissidente, proprio come accade nelle dittature.

Diversamente da Meloni e dagli imprenditori della paura, noi siamo convinti che la sicurezza non si costruisca con plotoni di militari nelle città, ma garantendo servizi essenziali, un salario giusto, un lavoro dignitoso che lasci spazio al tempo libero. La sicurezza è garantire a tutte e tutti gli strumenti per una vita dignitosa e soddisfacente.

Mentre il governo Meloni vuole farci regredire sotto il motto Credere, Obbedire, Combattere, noi rispondiamo che è necessario Pensare, Obiettare, Resistere. E l’unità delle forze che resistono al Ddl Sicurezza, l’unità dei soggetti sociali e politici che si oppongono a questo progetto liberticida, è il bene più prezioso della nostra battaglia e speriamo il seme di un futuro migliore. Per questo, diciamo al governo Meloni: se voi ci volete obbedienti, noi saremo resistenti!

Belluno, 22 febbraio 2025