L'Alemagna va messa in sicurezza!
Comunicato stampa. Sinistra Italiana Belluno: 'La montagna non è un parco giochi, serve un piano serio per mettere in sicurezza l’Alemagna'
Ufficio stampa Sinistra Italiana Belluno-Avs
7/13/20251 min read


Mentre la montagna frana in più punti, costringendo a chiudere l'Alemagna ad ogni pioggia un po' più forte, si continua come niente fosse a buttare centinaia di milioni in grandi opere, che costeranno altri milioni in spese di gestione e che vengono realizzate in barba alle fragilità del territorio, come la pista da bob o la funivia di Socrepes. Leggiamo con stupore le dichiarazioni del presidente della Provincia, Roberto Padrin:
è inutile che Padrin si accorga adesso che serve un piano di medio-lungo termine, e piagnucoli chiedendo alla Regione e allo Stato i soldi per i dissesti. Dov'era negli anni scorsi? Perché non ha posto con forza a Zaia le vere priorità del territorio, e invece si è accodato plaudente alla realizzazione della pista da bob? Quanti interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico si potevano fare con quei 120 milioni?
Quello che sta succedendo in questi giorni è la prova più evidente del fallimento della politica di Zaia per la nostra montagna.
La montagna non è un parco giochi! Non è possibile che ci si affanni per la viabilità territoriale solo ora, a sette mesi dalle Olimpiadi, e solo in funzione di questo grande evento.
Qui abbiamo bisogno di interventi e servizi che consentano alle persone di vivere ogni giorno. Ma certamente... Questi interventi rendono poco e niente in termini di immagine, di servizi televisivi, di consenso.
Ringraziamo la consigliera Elena Ostanel per aver presentato un’interrogazione in Consiglio regionale, in cui chiede, tra le altre cose, come si intenda garantire la sicurezza di residenti e turisti, considerando la frequenza elevata degli eventi e la potenziale pericolosità per le strade statali e la viabilità turistica. Chiede inoltre se si preveda un miglioramento dei sistemi di allarme o una revisione dei relativi protocolli di attivazione, e quali progetti a medio-lungo termine la Regione intenda promuovere per mitigare il rischio nel Cadore e nelle vallate dolomitiche.