La pista da bob di Cortina fra “monumento alla follia”, “Guggenheim del ghiaccio” e “porta sfiga”
Comunicato stampa di Sinistra Italiana di Belluno sulle affermazioni del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, riguardanti la situazione dei cantieri olimpici a Cortina d'Ampezzo.
Ufficio stampa Sinistra Italiana Belluno-Avs
5/8/20244 min read


Il cantiera della pista da bob a Cortina d'Ampezzo
Zaia e Salvini hanno usato toni trionfalistici, e si sono incensati per essere riusciti a rispettare il cronoprogramma della pista da bob di Cortina. “Ci mancava soltanto che non la finissero in tempo!”, esclama il segretario provinciale di Sinistra Italiana Belluno/AVS Paolo Perenzin. “Se addirittura la pista non fosse stata pronta per le Olimpiadi, dopo lo spreco enorme di risorse pubbliche e gli sfregi ambientali che è costata, sarebbe stata ancor di più un “monumento alla follia”, come l’ha definita il Presidente Zaia. Ma il fatto che venga ultimata in tempo non sposta di una virgola il cuore del problema. Ha mille volte ragione la consigliera Roberta De Zanna, alla quale va tutta la nostra stima e solidarietà: queste Olimpiadi, a causa della gestione arrogante e chiusa ad ogni dialogo della coppia Zaia/ Salvini, si sono trasformate in un monumento all’insostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Fra i cantieri che interessano Cortina - questa l’analisi di Sinistra Italiana Belluno -, non ce n’è uno che non dimostri criticità enormi e che bloccherebbero l’iniziativa di chiunque. Ma ai potenti è concesso anche ci che il buon senso, oltre che leggi e regolamenti, sconsiglia. La funivia di Socrepes verrà realizzata su un terreno franoso, su cui non vi sono idonee garanzie di sicurezza, in una zona di alto pregio naturalistico, senza le infrastrutture necessarie e quindi sarà destinata a rimanere chiusa per anni dopo le Olimpiadi.
Il villaggio olimpico viene costruito a Fiames, nell’ultima piana ancora vergine di Cortina, in un’area che risulterebbe a rischio di esondazione del Boite. E alla follia dello spreco di 40 milioni per realizzare un villaggio “usa e getta”, si accompagnerà la realizzazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie, che rimarranno anche dopo le Olimpiadi. Davvero a Fiames tornerà un bel prato? Di sicuro non resterà fra le eredità di Cortina e del Cadore nessuna foresteria, a uso dei tanti lavoratori che ne avrebbero bisogno (medici, infermieri, insegnanti…), e che si sarebbe tranquillamente potuta realizzare ristrutturando volumi già esistenti. Così, gli insegnanti di Cortina continueranno a cambiare tutti gli anni, con buona pace degli studenti, e sarà ancora più difficile trovare personale sanitario disposto a mangiarsi lo stipendio per rimanere in loco. Intanto i cittadini di Cortina e della Val Boite hanno saputo dalla stampa che il trasporto dei container del villaggio bloccherà di notte, per mesi, la statale Alemagna. Il progetto di finanza all’ex stazione ferroviaria, zona pubblica strategica per il sistema della mobilità e della sosta, oltre che per la realizzazione di eventi e iniziative, pare risolversi con un beneficio pubblico minimo, a fronte di un ipotizzabile enorme guadagno per il privato lottizzante sugli ingenti volumi commerciali e residenziali. L’operazione, che solleva molteplici dubbi sulla sua correttezza, è tuttora al vaglio della giustizia amministrativa.
E la pista da bob, appunto, sarà ricordata come un enorme spreco di risorse pubbliche, sia per la sua costruzione che per la futura gestione, e per la sua insostenibilità ambientale ed economica.
“Nello studio di fattibilità di SIMICO - ricorda Perenzin - si scrive che in tutti gli Stati Uniti d’America ci sono due piste da bob omologate per competizioni olimpiche, mentre in Europa - dopo la realizzazione dell’impianto di Cortina - ce ne saranno 9! Si vede che siamo quattro volte più ricchi degli USA… Questa pista è stata voluta da Zaia e Salvini contro le indicazioni del CIO, che finché ha potuto li ha scongiurati di privilegiare impianti già esistenti, e del Consiglio provinciale, che ha approvato una delibera - tuttora in vigore - per dare mandato al Presidente Padrin di adoperarsi per promuovere soluzioni più sobrie. Padrin invero non ha mai fatto nulla per dare attuazione a quella delibera: probabilmente non voleva rischiare di perdere un posto sulla tribuna d’onore il prossimo febbraio, o di sentirsi dare del “porta sfiga””.
Eppure - prosegue la nota di Sinistra Italiana Belluno - quante opere molto più importanti per il bellunese si sarebbero potute realizzare con quei soldi! Per esempio l’adeguamento sismico di tutte le scuole superiori della Provincia, o la realizzazione di studentati. O ancora la messa in sicurezza della strada regionale agordina, dove a ogni temporale 20.000 abitanti, 5.000 dipendenti e le merci di Luxottica rischiano di restare bloccati per giorni, o la strada della Valzoldana, o la strada regionale Feltrina: tutte strade che, fra l’altro, avrebbero consentito di decongestionare l’Alemagna non solo durante le Olimpiadi, ma anche per gli anni a venire.
Ma evidentemente la “follia” ha prevalso su una sana gestione della cosa pubblica.
“Caro Zaia - chiosa Perenzin - non darti pensiero per i “porta sfiga”. Pensa piuttosto a portare i soldi! Perché la montagna bellunese non metterà neanche un centesimo per tappare i buchi dei bilanci in rosso della pista da bob. Noi, che viviamo qui tutti i giorni, abbiamo altri problemi. Il trasporto pubblico costa un occhio della testa, mancano asili nido, non ci sono alloggi per lavoratori, le case di riposo - con la vostra stupenda impegnativa unica - sono allo stremo, mancano psicologi, mancano medici, e ce ne saranno ancora meno visto il maxi piano di emergenza per le Olimpiadi…
Ma per tutti questi servizi essenziali, che la Regione dovrebbe sostenere, la tua risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi. Sarà bene che inizi a cercarli, per i servizi, e anche per tappare i buchi della pista da bob. E visto che la “follia” è stata tua… evita di pagarla con i nostri soldi, come hai provato a fare con i fondi di confine”.
E mentre Zaia definisce la pista di Cortina il nostro “Guggenheim del ghiaccio”, una ricerca in via di pubblicazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, del Comitato
Glaciologico Italiano di Torino, dell’Università Roma Tre, dell’ARPA del Veneto e della Società Meteorologica Alpino-Adriatica ha certificato che i ghiacciai delle Dolomiti sono oltre il punto di non ritorno, perché si trovano sotto la linea di equilibrio glaciale. Davvero, fra qualche anno il ghiaccio lo vedremo solo nei musei… “Zaia, dì la verità: stai lavorando per Crozza! Peccato che governare il Veneto sia una cosa più seria di un programma di satira”.
Belluno, 28 marzo 2025
